SCACCHIERA E BANG
PARTE QUINTA
Le case
Nel 1967 Eisenman progetta una serie di case, Ma come gli
altri five non possiede un linguaggio proprio e sceglie di utilizzare quello
meno utilizzato nel contesto statunitense. In particolare, è interessato dalle
differenze, dalle frizioni, dalle opposizioni che rivede nella Casa del Fascio,
che si basa su un processo di estrazione di materia e stratificazione verso
l'interno, e nella casa Giuliani-Frigerio, che invece si muove dall'interno
verso l'esterno con una esplosione delle parti.
Ed è proprio dentro questa tensione tra estrazione ed
esplosione che Eisenman decide di lavorare e da questo conflitto ne deriva una
parola: implosione, una esplosione delle pareti dei piani dei volumi che è
rivolta verso se stessa.
PARTE SESTA
GLI ANNI DEI CONTESTI E DEI PALINESTI:
1978-1987
Si può dire che gli anni Ottanta inizino nel 1978, data dell’elezione
al pontificato di Karol Wojyyła e del rapimento e uccisione di Aldo
Moro, e terminino nel 1989, data del crollo del muro di Berlino.
Negli anni Ottanta si condensano gli stanchi esiti delle
sperimentazioni degli anni precedenti e si inizia lo sviluppo di un tipo di
pensiero, e conseguentemente, di architettura che si propagherà nel decennio
successivo.
Parola fondamentale dell’architettura diventa contesto,
con la quale si intende luogo, quadro sociale e, dall’intreccio delle due, campo,
rete mutevole per l’esistenza di una nuova architettura. Proprio per questo la
città storica ridiventa campo di interesse.
Roma, città storica per eccellenza, ospita nel 1978 la
mostra “Roma interrotta”. Alla mostra parteciparono 12 architetti contemporanei
(Piero Sartogo, Costantino Dardi, Antoine Grumbach, James Stirling, Paolo Portoghesi,
Romaldo Giurgola, Robert Venturi, Colin Rowe, Michael Graves, Robert Krier, Aldo
Rossi, Leon Krier) con il compito di reinterpretare la pianta di Roma del Nolli
del 1748.
La mostra fu sostenuta da Giulio Carlo Argan, storico
dell’arte e sindaco di Roma dal 1976 al 1979, che pose come focus i temi della
cultura e della costruzione della città.
È in questo periodo che il patrimonio storico non è più
visto passivamente ma torna a far parte della vita culturale della popolazione.
Al centro della riflessione dei 12 architetti quindi
troviamo Roma come simbolo vivente di una “città della storia” che si è
costruita per frammenti, stratificazioni, presenze anche dissonanti. Ed è in
questa città e nel suo contesto che si deve lavorare attraverso operazioni di
contatto tra preesistente e nuovo.
La pianta del Nolli è vista in un quadro operativo poiché ha
delle caratteristiche innovative: mette in rilievo il ruolo dello spazio
pubblico, inserisce le piante degli edifici più rappresentativi, non solo il
perimetro esterno come era consuetudine fare, e evidenzia il rapporto tra
costruito e natura.
Per la mostra “Roma interrotta” due sono gli atteggiamenti
adottati dai partecipanti: chi lavora all’insegna dell’autobiografismo (Rossi,
Stirling, Graves, Krier) e chi e sperimenta teorie di taglio utopico.
Tra chi sperimenta, risalta il lavoro di Paolo Portoghesi
per la congruenza tra la propria ricerca e il tema di “Roma interrotta”. Egli è
interessato a una lettura operativa della storia ed è così che affronta l’interpretazione
della pianta del Nolli. Il suo approccio lega il paesaggio alla nuova
conformazione urbana.
Ai temi sollevati da Portoghesi daranno nuova definizione
Alessandro Anselmi e Franco Purini.
Per Anselmi i termini storia e memoria diventano
materiali vivi del progetto. La stratificazione, l’accumulo, il riuso delle
tracce della civilizzazione precedente della città, si proietta dalla storia di
Roma ai modi della progettazione contemporanea. Egli diventa così l'antesignano
di una sorta di architettura-archeologia come si può vedere nel suo progetto
per le Case parcheggio al Monte Testaccio.
Questo tipo di spazio nel quale le presenze archeologiche,
storiche e la natura vengono riammesse in un circuito vivo, messa in atto da Anselmi,
nasce nell'esperienza manierista romana con Pirro Ligorio che trova nella
pianta del Nolli la sua massima rappresentazione e consapevolezza.
Per quanto riguarda il lavoro di Purini invece ci si può rifare
a Giambattista Piranesi, architetto e incisore della Roma del Settecento, con
il quale egli ha in comune la stessa carica visionaria.
I capisaldi del suo lavoro sono tutti nella rifondazione del
sapere architettonico che si sono costruiti nel Settecento, rifondazione che si
basa sulla tensione tra opposti.
Un'altra città in cui il tema del contesto è centrale negli
anni Ottanta è Berlino, in particolare attraverso l’IBA, società di
progettazione, diretta da Joseph Paul Klaihues. Il tema posto al centro della
ricerca è il rapporto tra architettura e spazio pubblico.
Il modello classico di questo rapporto è posto in crisi dai
progetti di Eisenman, Hadid, Herzberger e in parte di Gregotti.
Contemporaneamente all’IBA, in Italia il rapporto tra
architettura residenziale e città trova alcuni esempi di sperimentazione e in
particolare Venezia, con i lavori di Gino Valle, Gregotti e di Giancarlo De
Carlo, e Napoli, con i lavori di Alberto e Diambra Gatti, Franco Purini e
Costantino Dardi, diventano laboratori di questa.
Sempre su questo tema una rilevante realizzazione è quella del
progetto Hautes-Formes, a Parigi, dell'architetto Christian de Portzamparc, nel
quale si ragiona sulla realizzazione di interventi contemporanei nella città
già edificata, e il progetto di Odahams Site a Londra, dove si interviene sulla
città esistente ponendo l'accento sulla continuità con questa.
Il concetto chiave che deriva da queste sperimentazioni è
che nel progettare lo spazio pubblico non si ha più un unico modello di
riferimento da inserire nelle diverse situazioni ma, considerato il contesto in
cui si va ad operare, bisogna predisporre attenzioni e conoscenze da mettere in
campo.
Oltre a questa chiave di lettura negli anni Ottanta emergono
letture del contesto ancora più complesse: la prima è il concetto di palinsesto
di Eisenman che si basa su una serie di stratificazioni geografiche e una
rilettura critica e dinamica delle situazioni urbane, la seconda con al centro
sempre il contesto ma stavolta avendo come campo d'azione le periferie urbanizzate
di Frank Ghery, la terza è il concetto di tessitura di Zaha Hadid che combina
contesto e paesaggio.
Dopo un periodo di chiusura in sperimentazioni personali di
scarso interesse nella metà degli anni Settanta Eisenman in un periodo di crisi
personale intellettuale inizia invece, nei primi anni Ottanta, una
rigenerazione complessiva che aprirà un importante filone di ricerca. L'idea su
cui ragiona è quella dello sterro archeologico: un disseppellire le storie dei
luoghi scoprendo geometrie abbandonate, perdute, soltanto immaginate. Lo
strumento per questo lavoro si chiamerà tracciato: una serie di reticoli e
griglie stratificate come in un palinsesto.
L'architettura anche conservando la sua valenza astratta
narra anche una sua storia in cui l'edificio rimanda presenza, e questo rapporto
si configura nel progetto del 1978 nell'area di Cannaregio. Eisenman utilizza i
layer che sovrapposti tra loro determinano il progetto.
Nel 1982 Eisenman si concentra totalmente nella fase
realizzativa del palazzo per appartamenti progettato per l’IBA a Berlino. Questo
edificio è una parte del progetto che ha Eisenman aveva presentato al concorso
dell'anno prima e per il quale aveva vinto il primo premio. Essendo parte di un
progetto più grande, l'edificio realizzato non ha la capacità di rappresentare
tutti i rimandi che l'architetto aveva proposto ma, anche solo questo frammento
realizzato, consente ugualmente di guardare la città consolidata con occhio
diverso. Sempre l'idea dello sterro archeologico si può rivedere nel progetto
per il Parco della Villette.
Nel progetto per il Wexner Center alle conclusioni di Eisenman
si aggiunge l'idea del between ovvero l'idea dello spazio tra le cose
come strategia di progetto.
Con Eiseman viene confermato nuovamente che l'architettura
non può fare a meno del luogo e del contesto.
Al centro della riflessione di Frank Ghery invece c'è l'idea
di paesaggio che egli chiama cheapscape. Ghery è interessato alla componente
quotidiana e materiale, non alla componente aulica e all'atteggiamento “colto”
degli altri architetti, il contesto per lui è quello delle periferie, derelitto,
che è visto attraverso le lenti dell'arte contemporanea. L'opera che segna
l'inizio di questa sperimentazione di Ghery e la sua casa a Santa Monica del
1978.
Per quanto riguarda invece le sue idee sullo spazio pubblico
il progetto chiave è quello dell’ Edgemar Complex, del 1984, che si fonda
sull'idea di frattura e sulla conseguente rivelazione di spazi inediti.
Ghery lavora anche sui concetti di scena urbana e su un'idea
di costruzioni per parte autonome. L'occasione per vedere l'evolversi di queste
riflessioni è il progetto della scuola di legge Loyola. Attraverso questo
progetto, Ghery, ha un'importante riprova: può usare tutti i temi della sua
nuova ricerca e adoperare al contempo le tecniche, gli strumenti e la duttilità
che deriva dalla sua esperienza più che ventennale.
Le tessiture di Zaha Hadid invece nascono da una nuova
decisiva interpretazione: il contesto è paesaggio.
L'origine del lavoro di Hadid è grafica e pittorica; disegnare
e dipingere vuol dire lavorare alla creazione di uno spazio mentale uno spazio
di relazioni nuove tra le parti sono le relazioni astratte grafiche e
concettuali che si traducono in strutturazioni architettoniche. Hadid realizza
due opere simbolo di questo approccio nel programma della fabbrica Vitra.
Nel progetto The Peak ad Hong Kong, affronta il tema del
contesto e del rapporto architettura ambiente proprio attraverso il concetto di
tessitura e la conseguente ridefinizione della relazione architettura suolo. i
layer che l'architetto utilizza non sono meccanicamente sovrapposti ma slittano
essi confondono l'uno con gli altri i contorni non solo fisici ma anche
operativi tra edificio e landscaping sfumano. L'architettura si pone come nuova
naturalità.
Hadid, inoltre, è attratta dalle infrastrutture che entrano
nel campo dell'architettura. ibridando dosi alla sua idea di paesaggio
diventano ispirazione per creare una forma di architettura. Una delle sue opere
su questo tema è il progetto per un blocco residenziale per l'IBA di Berlino.
Commenti
Posta un commento